Ndrangheta: la riunione segreta dei capimafia

1.Leggende sul santuario di Polsi
Polsi, frazione di San Luca (RC), un crocevia di leggende figlie di culture, valori e scopi opposti.
In questo luogo è venerata la Madonna di Polsi, con un santuario ad accogliere i fedeli, il cui culto affonda nel misticismo cattolico: nell'anno 1000 un pastore, di nome Italiano, è alla ricerca di un toro fuggito.
Quando trovò l'animale vide un fatto insolito: la bestia stava dissotterrando una croce di ferro. Improvvisamente gli apparve la Madonna, chiedendogli di edificare una chiesa in suo onore. Così nasceva il santuario di Polsi.
Un luogo mistico per i devoti calabresi ma che coinvolge un'altra leggenda: secondo gli ndranghetisti verrebbero conservate, proprio nel santuario, le 12 tavole della ndrangheta. Un codice di comportamento che vincola gli affiliati e che sarebbe all'origine della loro cultura.
Una leggenda, quella ndranghetista, che tenta di integrarsi con il racconto religioso, provando ad assorbirne la misticità e l'ammirazione.
Così facendo, per i mafiosi, diventa molto più spontaneo affermare la loro forza, facendo leva sulla devozione popolare al luogo e alla Madonna.
Una sottomissione psicologica dei calabresi, prim'ancora che sociale, utilizzando simboli noti e celebrati anche da un'analfabeta.
A riprova di ciò basta ricordare chi guidò il luogo mistico per 20 anni: Don Giuseppe Strangio, appartenente (secondo gli inquirenti) alla temutissima famiglia degli Strangio.
Gli inchini della statua della Madonna ai Boss, e il tentativo dei mafiosi di infiltrarsi nei cortei, per trasportarla, non fanno che confermare le ipotesi.
Un'appropriazione della simbologia religiosa quasi maniacale: la strada che conduce al santuario, secondo gli inquirenti, venne tenuta dissestata su volere della ndrangheta. Così sarebbe stato più difficile raggiungere quel santuario, che è luogo sacro per questi falsi uomini d'onore, chiudendolo al mondo esterno.
Ma non lasciatevi ingannare da questa infantile propaganda: la religiosità di cui fanno sfoggio contraddice il cristianesimo, che ha come suo valore fondante la vita umana e la libertà. Tutt'altra pasta rispetto alle violente ndrine.
2.Il consiglio strategico della ndrangheta
Ma non è solo una questione propagandisca a San Luca: ogni 2 settembre, durante la festa della Madonna di Polsi, i boss della ndrangheta di tutto il mondo si riuniscono vicino il santuario.
L'incontro, cosiddetto crimine, è particolarmente importante: si discutono i problemi dell'organizzazione, si stringono o consolidano alleanze, si dichiarano guerre e si progettano le strategie criminali, si fanno le investiture, i processi, si decide se aprire o chiudere un locale di ndrangheta.
La sicurezza della riunione è garantita da una sentinella che perquisisce i partecipanti, sottraendo le armi, così da scongiurare un evoluzione violenta delle discussioni. Un ruolo all'apparenza marginale, ma che viene scandito dal solito misticismo mafioso: la sentinella, prima della perquisizione, pronuncia "mi travesto da sbirro di omertà e perquisisco questa società".
Un evento arcaico, presente sin dalle origini, che è parte fondamentale della cultura ndranghetistica. Un'usanza ancora in vita che dimostra la capacità, dell'organizzazione, di mettere insieme antichità e modernità.
Se la società civile vorrà superare questo sistema criminale non dovrà fare giri del mondo, conferenze stampa altisonanti. Basterà andare a Polsi e organizzare eventi che risveglino la coscienza di massa. Un colpo al cuore del potere mafioso fatto dalla cultura, ben più grave rispetto a quello militare: un capomafia può essere sostituito ma un popolo libero no.
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